A proposito della favola della volpe e dell’uva

Omaggio della scultrice Marcotulli a Flora Volpini

 

Una piacevole ed informale consuetudine ha visto nel tempo, diversi artisti alcuni molto noti, cimentarsi piacevolmente nella raffigurazione della furbetta volpe in disegni, incisioni e dipinti esclusivamente eseguiti per rendere un omaggio sincero e particolare verso la scrittrice Flora Volpini. Perché la volpe? Ma per giocare con il nome dell'illustre scrittrice ed il suo cognome che per assonanza ne ricorda il simpatico animale. Non ha rifuggito la consuetudine anche la scultrice Leonetta Marcotulli che con gli animali ha trovato una forma comunicativa tra lei stessa ed il suo affezionato pubblico di estimatori. Infatti, chi dimenticherà mai i gatti, plasmati dalle magiche mani di questa artista pigra e sognatrice? Soriani, selvatici tigrati e persiani nascono dalle crete ed assumono colori a volte grigi, moracci, rossi macchiati che nei bronzi e nelle terrecotte diventano vivi come se dipinti. Leonetta Marcotulli ha plasmato così, la sua «volpina», acciambellata con il tiepido nasetto che affiora di tra i setosi pelacci della sua stessa coda. Non è la solita volpe adirata dal non poter arroncigliare il succoso grappolo d'uva, ma paga perché questo è lì, adagiato sul suo grembo in attesa di divenire il gustoso pasto conquistato. E' indubbiamente emblematico che la Volpini ha ben guadagnato il suo "grappolo d'uva" e l'amabile arguzia della scultrice ne ha sottolineato l'evidenza con la magistrale costruzione scultorea. Questa scultura è stata esposta con la complicità affettuosa di Mara Albonetti nella "saletta" dello Studio del Canova in via delle Colonnette.

Lello Barresi